Festa della Madonna della Salute. Storia dell'immagine

Il p. Cesare Sirmonio, uno dei migliori contemporanei del Santo padre dal quale era teneramente amato, allo zelo ardente che nutriva pei poveri infermi accoppiava un trasporto non meno santo per quello che riguarda il culto divino. Sempre grande sprezzatore di sé stesso godeva di essere e comparire povero negli abiti e nella sua cella; solo pel sacro tempio egli riserbava di sfoggiare con munificenza e splendore. Devotissimo di S.M.Maddalena, si adoprò con ardore che il tempio dell’insigne penitente nulla lasciasse desiderare nella decenza e decoro […]. Ed è appunto alla sua pietà ed alla sua santa cupidigia che nutriva di oggetti devoti all’incetta continua che ne faceva, dobbiamo esser grati noi figli di S. Camillo se possediamo nella chiesa più cara dell’Ordine una Immagine miracolosa di Maria SS. conosciuta sotto il titolo: Salus Infirmorum labaro glorioso della Congregazione della Madonna della Salute.

Chiamato il pio p. Simonio a riconciliare una rispettabile matrona sua penitente inferma, ecco affacciarglisi allo sguardo una tela devota, che rappresentava la Vergine col Bambino ed insieme ecco accendersi nel animo un desiderio irresistibile di impadronirsene per la sua cara Chiesa della Maddalena.

La sacra icona di Maria col figlio campeggia in una spaziosa parete nella stanza della distinta inferma romana, tutto intorno scintillano cuore ed altri voti d’argento che riflettono per la stanza la luce di alcune eleganti e preziose lampade. La vagheggia il buon Ministro degli Infermi, fissa le sue pupille quasi estatico e nel cuor suo… l’ha già rubata. Alle notizie che quel quadro era uscito dal pennello dell’Angelico Fra Giovanni da Fiesole, l’immagine gli pare ancora più bella; più devota gli sembra quando ode ch’essa fu posseduta dal S. Pontefice Pio V, e quando sente dirsi che quella avea rivelata al Sommo Gerarca la vittoria dell’armata cristiana contro i Turchi sulle acque di Lepanto, egli compreso da sovrumani sentimenti di venerazione si piega e prostrato la venera e sfoga l’ardente suo cuore.

L’anima del p. Simonio è posseduta dai più nobili sensi della pietà, dai desideri più  ardenti del cuore; lo zelo si fa maggiormente sentire; fissa il quadro… pensa, alla sua Chiesa; guarda la matrona e vorrebbe esser compreso senza palesarsi… finalmente si apre e colla sua innata sincerità la domanda. «Un ritratto sì bello di Maria SS. e del suo Divin Figlio si converrebbe con maggior decoro in un tempio esposto al pubblico culto dei fedeli e se lo concedesse a Noi… tornerebbe di grande ornamento alla nostra Chiesa e di maggior gloria al Signore». Ma alla pia signora non reggeva il cuore per fare cosi grande sacrificio finché ella sarebbe vissuta, per cui rispose che solo alla sua morte avrebbe resi paghi i santi desideri del venerato Confessore.

  Soddisfatto, sebbene non appieno, il p. Simonio la ringrazia  e se ne parte… Avrebbe egli potuto persuadersi che all’indomani la sua Chiesa avrebbe ricoverato quella cosi insigne immagine di Maria, senza che la sua penitente avesse cessato di vivere? E ciò appunto avvenne.

La pia signora dopo quel rifiuto sebbene dolce e condizionato, apparve più gravemente molestata, dal male; i dolori del capo più acerbamente la travagliavano, la febbre è cocente, tutta la notte passò penosissima fuori dal consueto. Ai travagli fisici si aggiungono le angosce dello spirito… ed ella, pia quale era, si persuade di esserle sopravvenuto questo calice d’amarezza pel diniego fatto al buon padre confessore. All’indomani per tempissimo il p. Simonio è richiamato al letto della matrona; credeva forse d’essere richiesto perché l’inferma avesse nuovamente bisogno del suo aiuto spirituale o perché si temesse vicina qualche catastrofe; ma quale fu la sua sorpresa nel sentirsi al suo primo presentarsele ripetere in tono umile come di chi implora perdono e con accenti di preghiera, che volesse portare con sé quel quadro con tutti i preziosi abbigliamenti che l’adornavano? Il p. Simonio rispose ringraziando e con parole di conforto l’animò a confidare, che la Madonna per quell’atto sì eroico l’avrebbe guiderdonata con generosità e oltre le sue brame. In fatto la pia offerente ottenne insieme alla pace dell’anima anche la sua sanità corporale non senza un manifesto prodigio; per cui il buon ministro degli Infermi preso d’ammirazione per tanta bontà di Maria, nell’esporla alla pubblica venerazione saggiamente decise d’imporre a quell’immagine meravigliosa il titolo di Maria Salus Infirmorum.
Fonte: www.camilliani.org


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