Lettera ad una consorella figlia di San Camillo (4) Vangelo del giorno

Nella sua Misericordia...Per la Misericordia!

Quarta lettera del giorno 11/02/2016

Via crucis = Via Vitae
Sorella carissima,
Inizio questa mia lettera dicendoti GRAZIE! Oggi proprio, ti devo ringraziare per quello che sei: una generosa figlia di san Camillo, una sorella, una madre. Grazie per quello che fai per testimoniare sempre e dovunque della misericordia di Dio. Si, scrivo a te sorella carissima, dovunque tu sia, a 2000km da me o a 10m, in una città capitale o uno sperduto paese di qualche continente.
Vorrei nominarti ma non posso, perché ti conosco e non ti conosco! Ma Dio ti conosce, i malati ti conoscono, i bambini, gli orfani, le vedove, i poveri ti conoscono anzi conoscono solo un nome, il tuo! Le tue consorelle forse ti conoscono e mi auguro che ti riconoscano per quello che fai e sei. Scrivo a te qualsiasi cosa tu faccia, in sacristia o in cucina, in ufficio o nel giardino, a scuola o a casa, negli ospedali o nelle case di formazione. 
Scrivo a te sorella che ha 20 anni o 80 anni, a te sorella giovane piccola o giovane grande per dirti Grazie per quello che sei e fai nell'amore e per amore, in silenzio e con umiltà, con serietà e perseveranza, con tanta abnegazione e sofferenza, tanta ingratitudine e incomprensione.  
Mi sono permesso di dirti queste cose, perché ho notato che spesso non parli di quello che fai e sei. Sei silenziosa e tanto discreta. Non riuscivo a capire, ma leggendo qualche lettera della Madre Vannini, penso di aver intuito il perché del tuo silenzio. Lei scrive di fatto che "Il silenzio è il gran segreto per farsi sante presto"(Lett.43). Ho capito. Sarai santa presto. Grazie a te sorella santa. 

Sono fiero di averti come sorella, imparerò dalla tua testimonianza.
Grazie! telo dico proprio oggi in cui la chiesa sotto il velo della Madonna di Lourdes celebra la giornata del Malato. Telo dico a te perché sei un anima consacrata per gli ammalati. Telo dico a te perché è da quasi 125 anni che cerchi sempre di essere un volto misericordioso di Dio per i sofferenti. Telo dico a te perché come in passato, tu possa essere sempre tenerezza di Dio per gli ammalati. Come dice Papa Francesco, che tu sia sempre animata dallo Spirito di Maria di Cana, Madre di Misericordia. Sia questo giorno come scriveva Giovani Paolo II 24 anni fa:  «un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell'umanità».
Forse penserai che oggi il fratello ha lasciato perdere il Vangelo eppure no! mi ricordo benissimo. Appunto, Sei una religiosa della croce, e parlare di te è parlare della croce. 

Il messaggio odierno è un messaggio programma per perseverare nella sua Misericordia e per la Misericordia. Nel vivere la nostra consacrazione agli ammalati, siamo invitati ad non rinunciare alla croce. Cristo chiede di non scegliere la croce ed di non inventare delle croci per noi stessi e neppure per gli altri. Ci invita solo a accettare le nostre croce, la tua, la mia. La croce di Cristo è sofferenza-morte-risurezzione, la nostra si attualizza in tre verbi: Rinunciare-Prendere-Seguire. Via crucis, o se vuoi, via Vitae perché questa strada non porta alla perdizione o alla morte, ma alla vita vera. Sorella, spesso, portare la croce s'intende come la sopportazione paziente di una disgrazia. A volte si cade addirittura in un autolesionismo... per te non deve essere cosi! portare la croce significa semplicemente PERDERE LA FACCIA. Cioè amare Cristo fino al punto che non ci importa di perdere la faccia per Lui! Seguirlo fino a scoprire che vale solo Lui più di ogni altra cosa. Cristo ci invita quindi in questa Quaresima a riscoprire che egli è tutto, l'assoluto, la pienezza, l'amore, ogni desiderio e ogni anelito colmato. Ecco sorella, non ci resta che chiedere la grazia di RINNEGARE per GUADAGNARE. Negare non basta, occorre rinnegare, cioè ripetere la negazione del sè in un cammino dove la morte morale di sè fa emergere l'apertura a una vita autentica, significativa e da risorti.
Buon cammino nella sua Misericordia e per la Misericordia
Un confratello figlio di San Camillo.
Padre Modeste                  

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