Il testo comunica sin dall’inizio l’esperienza gioiosa della vita consacrata, intesa come un cammino nel mondo alla presenza dell’amore del Signore “per celebrare”, “dar gloria” e “per viver” la gioia di Gesù. E’ forte quindi la nuzialità tra la dimensione liturgica e la dimensione esistenziale della vita consacrata. Gettato il fondamento in Cristo, attraverso un’intensa vita liturgica, la vita si apre alla dimensione missionaria: “portare la tua gioia nei cuori dei tuoi figli”. Sr. Mary Anne ben consapevole che non si può essere testimoni di gioia se non la si vive, aggiunge subito dopo: “per vivere la tua gioia”.
La terza strofa diventa una professione di fede: Gesù è “luce”, “speranza”, “guida” e “gioia”. Ritorna ancora una volta il tema della gioia, che rappresenta la linfa vitale del testo, come del resto è la linfa vitale e vivificante della vita consacrata. La strofa successiva invece è un inno generoso di abbandono alla volontà di Dio: “Eccomi, o mio Dio, mandami dove tu mi vuoi, prendimi, o Gesù, e fa di me quello che vuoi, plasmami, o Dio e fa di me quello che vuoi”. L’autrice concepisce la vita consacrata come un atto di amore che risponde all’amore preveniente di Dio e tale amore viene “celebrato” e “manifestato” con la presenza. “Siamo qui” ha la stessa forza dell’amen liturgico, solido come la radice ebraica evoca, pieno di fede e di speranza. “Siamo qui” è l’attestazione che ciò che vuole caratterizzare la vita consacrata è lo stile di vita, il modo di essere e di esserci, che tiene conto della ricca differenza creazionale: “siamo qui uomini e donne”. Lo scopo di tale presenza è desunta dall'invito di Papa Francesco rivolto ai superiori generali il 29 novembre 2013: “svegliare il mondo”.
Il ritornello, quindi, riprende, come onde sicure e costanti, le parole profetiche del Santo Padre e con queste ci lascia, con il gioioso desiderio che i consacrati siano nel mondo per svegliarlo.
Fr. Gaetano La Espeme: Ministro Provinciale Ordine dei Frati Minori Cappuccini (O.F.M. CAPP.) Sicilia
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