23 febbraio 1911 Cento quattro anni della nascita al Cielo della nostra Madre fondatrice Beata Giuseppina Vannini

Dal libro Beata Giuseppina Vannini L'amore dà la vita 
di Gianfranco Grieco

Capitolo XIII 23 febbraio 1922: Muore la Madre, la maestra la guida.

[...] Inchiodata sul letto del dolore, la Madre, cosciente del suo stato di debolezza e di impotenza, si affidava così alla Divina Provvidenza: " Se dovessi desiderare qualche cosa in questo momento sarebbe di poter ancora consacrare le mie forze al bende della nostra Congregazione...ma non voglio più neppur un'ora di vita se tale non è la volontà del Signore. Quest'opera è sua e dovrà pensare il Signore a sostenerla. Egli non ha bisogno delle nostre forze e della nostra cooperazione: la farà progredire meglio ancora".
"Fatevi coraggio! - amava ripetere alle sue Figlie spirituali -. Anzi tutto è Dio che manda avanti le cose e non sono io... E poi, dal Paradiso potrò fare per voi, di più di quello che non faccia stando in questo mondo. Quando io non sarò più, credete pure che farete ancora meglio che non faccia io adesso!".
"Sto abbastanza bene...Come vuole il Signore" - rispondeva alle suore e a quante le facevano visita. E ad una delle tante religiose che le formulavano l'augurio di pronta guarigione la Madre rispondeva: "Quando il Signore vorrà e se sarà la volontà sua passerà, altrimenti passeremo noi. Non le pare, sorella?".
Chi ha avuto la grazia di assistere la Madre in questi ultimi mesi di vita ha potuto deporre che essa era in continua unione e conversazione con Dio. Di giorno e di notte, con la suora di turno che stava accanto al suo capezzale recitava il santo rosario e la giaculatoria: " Gesù, Giuseppe, Maria vi dono il cuore e l'anima mia...Gesù, Giuseppe, Maria, spiri in pace con voi l'anima mia".[...]
[...] La Madre chiamava a sé tutte le Figlie spirituali. Parlava loro ad una ad una, rivolgendole parole affettuose; infine, una particolare benedizione. I nomi di Gesù e di Maria si rincorrevano sulle sue labbra. Di notte, verso le ore due e trenta del 23, suor Camilla che l'assisteva dopo le due notti insonni di suor Giuseppina, notava che la Madre emetteva un lungo respiro. Correva subito accanto al letto e riceveva sulla sua spalla il capo reclinato della madre che così rendeva l'anima a Dio.
Era il 23 febbraio 1911. Madre Giuseppina aveva 51 anni, 7 mesi e 16 giorni. Erano trascorsi 19 anni da quando nella piccola casa di Via Merulana aveva dato vita insieme con padre Luigi Tezza alla fondazione della Congregazione Figlie di San Camillo. In attesa dell'alba le religiose più vicine alla madre ricomponevano la salma e la rivestivano dell'abito religioso segnato dalla croce rossa. Sembrava che dormisse. Un materno sorriso illuminava il suo volto.
Tutta la comunità riunita nella camera attigua - si può leggere nella Cronaca - foglio 47 del 23 febbraio 1911, ore 2,15 ant. - recitò l'intero Rosario fra i suffragi e le lacrime e si intrattene in preghiera fino al mattino. La meditazione di quel giorno presentava la risurrezione della figlia di Giairo: "Era Gesù che voleva per primo apportare ai nostri corpi addolorati la sua parola di conforto...[...]

E oggi 23 febbraio 2015 il vangelo di Matteo ci parla ancora a noi per riflettere, meditare e imitare l'esempio della nostra Madre "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l'avete fatto a me" (Mt 25, 31-46) esercitare la carità fraterna. Essere il Buon Samaritano per il prossimo che Gesù mette sul nostro cammino.
Il cuore della nostra Madre, Maestra e Guida ancora batte tra di noi e in noi


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