La Bibbia non invecchia mai e anche le pagine meno note sono perle preziose
da riscoprire, come il piccolo Libro di Rut - un libro femminile per eccellenza
dai personaggi all’autrice, valorizzato più dagli Ebrei che dai Cristiani - che
insegna il valore dell’umanità e della solidarietà fra diversi: messaggi
incarnati dalle protagoniste – paradossalmente suocera e nuora - che
riescono a condividere dolore e gioia, aiutandosi reciprocamente pur
appartenendo a popoli nemici.
Questo è il libro che, venerdì 12 ottobre u.s.,
Brunetto Salvarani ha scelto di commentare per inaugurare presso l’ITIS Corni
di Modena, un ciclo di incontri per docenti e studenti dal nome curioso -
“Bibbia per caffè” - progettato dalla Pastorale Scolastica dell’Arcidiocesi di
Modena-Nonantola per l’Anno della Fede (11ott12-24nov13). Proprio in onore
delle “madri conciliari”, cioè le 23 suore laiche partecipanti al Concilio
Vaticano II - invisibili ai media durante l’evento e cancellate subito dopo –
il professore ha sintetizzato in 60 minuti la vita di Rut (che significa
“amica”), vissuta al tempo dei Giudici (XI secolo A.C.): 85 versetti in cui la
cosiddetta “Cenerentola ebraica” da povera vedova moabita, cioè maledetta,
conquista un posto di grande pregio nella storia della salvezza, perché
inserita nella genealogia - maschile - del Salvatore.
Si legge in Deuteronomio 23,4 che “L'Ammonita e il
Moabita non entreranno nella comunità del Signore; nessuno dei loro
discendenti, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore”,
ma si legge pure nel Vangelo di Matteo 1,5 che “Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse”.
Ecco perché taluno definisce questo “testo a contenuto eversivo” perché mentre
Israele ha sempre proibito i matrimoni misti per paura di perdere identità,
fede, cultura e tradizione - vera ossessione al rientro da Babilonia dopo
l’esilio (539 A.C.) - qui tale unione viene giudicata una benedizione e la
figura di Rut è letteralmente esaltata, quale vedova seria, generosa, impegnata
che – contravvenendo a detti e proverbi largamente diffusi – si lega
indissolubilmente alla vecchia suocera vedova-povera-sola con un giuramento:
Rut 1,16-17: "...dove andrai tu
andrò anch'io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e
il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch'io e vi sarò sepolta.
Il Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da
te").
Affascinati dalla Sacra Scrittura proviamo a
raccogliere l’invito del relatore (che è lo stesso di Papa Benedetto XVI) e
ricominciamo a leggere la Bibbia (possibilmente con la traduzione ufficiale CEI
2008): potrebbe aiutarci davvero!
(Simonetta Delle Donne)
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