Luigi Tezza....un cuore missionario!

Nel 1867, a causa della legge di soppressione degli Ordini Religiosi vive per qualche tempo alla macchia, cercando di mantenere uniti i giovani a lui affidati. È in questo periodo che si apre per il Tezza la possibilità di realizzare il sogno tanto desiderato di andare in missione in Africa seguendo il progetto del Beato Daniele Comboni. Ma vi rinunzia per amore all’obbedienza, a causa della mancata approvazione da parte dei suoi Superiori, e per rimanere fedele alla sua amata vocazione. Diceva infatti: “Prima Camilliano, e poi Camilliano Missionario”. Nel 1869 è chiamato a Roma e nominato vice Maestro dei Novizi con dispensa sul difetto d’età. Con i suoi giovani si trova sul fronte di Porta Pia, quando questa subì la breccia dai piemontesi, incaricati del servizio di sanità, vivendo in prima persona le tremende giornate che segnarono la fine dello Stato Pontificio. Nel 1871 è inviato in Francia dove coprì uffici di responsabilità, curò le vocazioni locali, si prodigò per costruire una nuova casa per il noviziato e i religiosi, fondò una casa a Lione e un’altra a Lille. Le tre case sono unite in Provincia nel 1877 e Padre Tezza è il primo Provinciale. Vive, anche qui, il dramma della soppressione religiosa. Espulso dalla Francia, riparò, con un gruppo di studenti, a San Giuliano ma tre mesi dopo l’espulsione vi ritorna clandestinamente, rischiando più volte l’arresto. Nel 1889, nominato Consultore, Procuratore e Vicario Generale, rientra a Roma dove incontra la Beata Giuseppina Vannini, con la quale nel 1892 realizza la missione alla quale si sente ispirato: trasfondere nelle donne lo spirito di San Camillo, nella convinzione che la donna possiede quelle doti di sensibilità e di cuore che il Santo richiedeva ai suoi figli per l’assistenza degli infermi. Nasce così la Congregazione “Figlie di San Camillo”.
 Mentre il nuovo Istituto si sviluppa, Padre Tezza nel 1898 rientra in Francia come Superiore della Casa di Lille e nel 1900 è inviato in Perù in qualità di Visitatore Apostolico, per riformare la comunità camilliana di Lima  separata dall’Ordine per oltre un secolo e prossima alla repressione della Santa Sede a causa di mancanza di disciplina e di spirito religioso. Il suo incarico è ad tempus, ma per volere del Delegato Apostolico della Santa Sede, Mons. Pietro Gasparri, che considera il Tezza “uomo ispirato da Dio e provvidenziale per Lima”, vi rimane per 23 anni, fino alla morte, avvenuta il 26 settembre 1923. In Lima Padre Tezza svolge un apostolato intenso. Oltre a realizzare la riforma del Convento, il suo influsso arriva dappertutto: nei conventi e nel seminario come confessore e direttore spirituale, negli ospedali, nelle carceri, nelle case dei poveri e dei ricchi. Presso la nunziatura apostolica è ricercato come prezioso consigliere. Più che con la parola, opera con l’esempio della vita interiore, con la carità verso i poveri e gli ammalati, fino ad essere chiamato, ancora in vita, “l’apostolo di Lima”.

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